In questo tempo sacro, la Pasqua non è solo memoria di un evento, ma simbolo vivo di un passaggio interiore:
dalla materia allo spirito, dall’oblio alla coscienza,
dalla morte dell’io illusorio alla resurrezione dell’Essere.

Possa ognuno di noi, nel silenzio del cuore, riconoscere la propria croce non come peso da fuggire, ma come portale di trasformazione.

Possa il sepolcro che ci tiene prigionieri, fatto di paure, condizionamenti e identità false, essere aperto dalla Luce che non ha inizio né fine.

Possa il Cristo interiore risvegliarsi in noi, non come figura da adorare, ma come Verità da incarnare per ciò che rappresenta.

Ma non c’è resurrezione senza discesa negli abissi interiori.

Giuda vive in noi ogni volta che tradiamo la nostra essenza per trenta monete di consenso, riconoscimento o convenienza.

Pietro si manifesta quando rinneghiamo la verità che abbiamo visto, per paura di essere esclusi, giudicati o messi alla prova.

Tradimento e ipocrisia non sono colpe da punire, ma soglie da attraversare con occhi sinceri.
Solo riconoscendoli possiamo oltrepassarli e ritornare a Casa.

La vera resurrezione non è un miracolo che accade fuori, ma un atto cosciente di liberazione: è il risveglio di chi ricorda di non essere mai nato e di non poter mai morire.

È il passo silenzioso dell’Iniziato che attraversa la soglia, non per fuggire dal mondo, ma per amarlo con occhi nuovi.

Che questa Pasqua sia per noi il tempo in cui smettiamo di cercare la Vita tra i morti.

Perché noi siamo già la via, il passaggio, il tempio. E in noi il Cristo vive, attende, e chiama.

E se non esitiamo nel vederlo saremo Beati, poiché vedendo noi stessi vedremo Lui e vedendo Lui vedremo chi siamo.
Io Sono!

Buona Pasqua di resurrezione interiore a noi tutti.

𝓔𝓶𝓲𝓵𝓲𝓸 𝓖𝓪𝓼𝓹𝓪𝓻𝓻𝓸